Micologia


Concetti di educazione ecologica

L’ecologia (dal greco oikos che vuol dire casa o ambiente) è la disciplina che studia la biosfera, ossia la porzione della Terra in cui è presente la vita e le cui caratteristiche sono determinate dalla interazione degli organismi tra loro e con i fattori abiotici (temperatura, luce, acqua, ossigeno, anidride carbonica, ecc.). Il termine fu coniato dal biologo tedesco Ernst Haeckel nel 1866 (dal greco οικια = casa e λογος = studio).
Seppure vecchia di oltre un secolo soltanto recentemente l’ecologia ha raggiunto le grandi masse, soprattutto nel senso limitato e circoscritto di salvaguardia e protezione dell’ambiente naturale. E’ con tale significato che vogliamo parlarne in questa sede, stante la correlazione con la raccolta dei funghi.
La difesa dell’ambiente è fondamentale, poiché esso influenza ogni processo biologico mediante fattori abiotici.
Una porzione di biosfera delimitata naturalmente costituisce un ecosistema. Ecosistemi di livello inferiore possono essere contenuti in ecosistemi più ampi: la biosfera è quindi il massimo ecosistema.
L’ecosistema forestale, composto da suolo (o biotopo), vegetazione (o fitocenosi), popolazione animale (o zoocenosi ) e clima, è un tutt’uno che, come una enorme macchina, è in grado di fissare, trasformare e liberare l’energia solare. Si tratta, però di un meccanismo complesso in cui ciascun ingranaggio funziona con l’intervento di molteplici specie, sovente intercambiabili, con possibilità di compensazioni e di sostituzioni tali da costituire, nell’insieme, un sistema resistente ma non indistruttibile, dotato di meccanismi di autoregolazione e, conseguentemente, di una certa stabilità.
In altri termini, gli ecosistemi come il bosco sono al riparo da arresti di funzionamento, a meno che il meccanismo non venga spezzato dall’esterno.
Da ciò si comprende come la tutela del suolo forestale sia essenziale per l’equilibrio ecologico della natura, in quanto in esso si ricicla la sostanza organica morta attraverso il processo di mineralizzazione riaffilandola alle radici del mondo vegetale.
Né bisogna dimenticare che il bosco, nel suo complesso, oltre ad essere un produttore di primaria importanza, svolge un’efficace azione di regimentazione delle acque meteoriche e una funzione igienico-ricreativa sempre più preziosa per l’uomo moderno.
Come abbiamo detto il bosco è un’entità complessa il cui funzionamento è demandato all’interazione di molteplici organismi, fra cui un compito non indifferente è affidato ai funghi, che contribuiscono alla costituzione di quella parte non meno importante che è il sottobosco. Si dice, infatti, che sia proprio l’aspetto e l’integrità del sottobosco a determinare il grado di salute del bosco.
Non è, però, soltanto la raccolta indiscriminata dei funghi eduli e la distruzione irresponsabile degli altri che mette in pericolo la vita del bosco.
Calpestio, distruzione del sottobosco, apertura di strade di penetrazione, incendi accidentali o dolosi, ecc. sono tutte ferite che sconvolgono la struttura e la vitalità del bosco, indebolendone il potere autoriparatore e provocandone, prima o poi, la fine.
In una fase in cui, a causa della grande accelerazione che lo sviluppo tecnologico ha subito nei paesi industrializzati, sorgono preoccupazioni per la stessa sopravvivenza della specie umana sulla terra, occorre un ulteriore risveglio delle coscienze in riferimento al rapporto uomo-ambiente, giacché il futuro dell’uomo sulla terra si lega a un equilibrato rapporto tra le diverse componenti dell’ecosistema cui apparteniamo.
Occorre procedere mediante un’intensa e corretta educazione ambientale che deve portare al rispetto dei cicli naturali, ad apprezzare le bellezze della natura, divulgando le conoscenze scientifiche degli effetti del deterioramento dell’ambiente.

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Norme di comportamento

Qui di seguito elenchiamo alcune elementari norme di comportamento che dovrebbero disciplinare ed improntare il nostro contatto con il bosco e gli ambienti in genere:

  1. non abbandonare rifiuti (sacchetti e contenitori di plastica, lattine e bottiglie di vetro, ecc.) specialmente se non biodegradabili. Ricordiamo che una sola bottiglia di plastica per degradarsi e scomparire del tutto impiega circa 450 anni. I nostri boschi sono pieni di queste bottiglie
  2. non accendere fuochi se non negli appositi spazi
  3. non danneggiare alberi ne spezzare inutilmente rami e fronde, non incidere tronchi
  4. non estirpare erba, arbusti, tuberi, bulbi
  5. non rimuovere il fogliame o gli altri detriti del suolo, né lo strato di humus, con mezzi meccanici (rastrelli o simili)
  6. non raccogliere fiori di specie rare o protette, limitando a pochi esemplari la raccolta di quelli più comuni
  7. non eccedere nella raccolta dei frutti del sottobosco
  8. non distruggere nidi di uccelli, ne tane di animali
  9. non disturbare gli animali e rispettateli, atteggiamenti da vendicatori nei confronti d’ ignare vipere o altri animali ritenuti a torto dannosi non sono tollerabili; se vivete con angoscia o paura ingiustificata tali esperienze, state a casa: il bosco ve ne sarà profondamente grato.

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Equipaggiamento e modalità di raccolta e di trasporto dei funghi

Indossare abiti idonei che riparano dal freddo del primo mattino e dai rovi, necessari scarponi rigidi o stivali che proteggono le caviglie dalle distorsioni e mettono al sicuro dai morsi delle vipere. Per quanto riguarda il contenitore si deve andare con un cesto o contenitore in ogni caso aerato e di dimensione proporzionata al quantitativo per cui è consentita la raccolta; è inutile portare un grosso cesto ingombrante e più pesante. Assolutamente vietate dal buon senso e dalla legge le buste di plastica che non consentono ai funghi la deposizione delle spore nell’ambiente e che sono antigieniche (all’interno delle buste di plastica i funghi si riducono in poltiglia per gli urti e perché la plastica impedisce la traspirazione). E’ buona regola portare con se un bastone che è molto utile per aiutare l’equilibrio e che permette, quando ci s’imbatte in funghi da raccogliere, di tastare delicatamente il terreno evitando di farlo con le mani con il pericolo di esporsi al possibile contatto con una vipera. Non si deve assolutamente usare il bastone per rastrellare le foglie attorno ai tronchi o il terreno perché si distruggerebbe il micelio con il risultato che per anni in quel luogo non nasceranno più funghi. Assolutamente vietati dalla legge sono i rastrelli e gli uncini. Altro accessorio indispensabile è un coltellino con il quale ripulire sommariamente i funghi che vanno però raccolti interi, perché soltanto così si potranno osservare alcuni fondamentali caratteri morfologici ed evitare pericolosi errori. I funghi vanno raccolti con cura torcendoli delicatamente alla base, come per svitare una lampadina. Non distruggete i funghi che ritenete non mangerecci o velenosi in quanto questo comportamento, oltre ad essere vietato dalla legge, danneggia organismi che sono utili per l’equilibrio del sistema ecologico.
La legge vieta la raccolta di fungi nelle aree recuperate da discariche e nelle zone industriali, ma è anche assolutamente sconsigliato raccogliere funghi in prossimità di strade trafficate dai veicoli, giardini cittadini, campi coltivati o frutteti dove siano stati impiegati prodotti antiparassitari o diserbanti  che sono molto nocivi alla salute

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Generalità sui funghi


Cosa sono i funghi


Quello che comunemente chiamiamo fungo, non è altro che la parte fertile o corpo fruttifero (carpoforo) del vero organismo fungo. In realtà il fungo è formato dal micelio, un fitto intreccio di filamenti (ife) che sono immerse nel substrato nutritizio sul quale cresce. 
Originariamente i funghi, venivano collocati all’interno del Regno Vegetale, anche se sprovvisti di clorofilla, in virtù di alcune caratteristiche cellulari e soprattutto per la loro immobilità e per l’aspetto macroscopico esteriore.
Successivamente questa collocazione venne superata soprattutto nella considerazione che organismi incapaci di fotosintesi clorofilliana, quindi costretti ad assumere sostanze nutritizie direttamente dal substrato di crescita, con pareti cellulari costituite in gran parte di chitina, sostanza presente soltanto nel Regno Animale, e dotati di altre peculiari caratteristiche metaboliche e cellulari, non potevano essere considerati dei vegetali.
Le attuali tendenze sistematiche considerano questi organismi viventi come appartenenti, in modo indipendente da tutti gli altri organismi, al Regno Funghi.

Biologia dei funghi: riproduzione e nutrizione


Le piante verdi (autotrofe) utilizzando acqua, ossigeno e sali minerali, grazie alla fotosintesi clorofilliana, riescono a sintetizzare autonomamente gli zuccheri e gli amidi di cui hanno bisogno per vivere.
Al contrario l’organismo fungino deve reperire un nutrimento già elaborato da altri esseri viventi in quanto incapace di attuare processo.
I funghi per questa loro caratteristica vengono, quindi, definiti “eterotrofi” e per procurarsi le sostanze già elaborate a loro necessarie utilizzano tre diverse strategie di nutrimento: parassitismo, saprofitismo e simbiosi.


Funghi parassiti

Si nutrono a spese d’altri organismi viventi: vegetali, animali, o anche funghi. Possono danneggiare o addirittura uccidere l’ospite ma anche quando non gli arrecano alcun danno evidente non gli procurano beneficio alcuno.
In particolare i macromiceti, che sono quelli che qui c’interessano, esplicano la loro azione principalmente a danno delle piante superiori. Questi funghi anche se svolgono un’azione distruttiva, sono utili in quanto svolgono una funzione selettiva nei confronti di quelle piante deboli, già malate o costrette a vivere in un ambiente poco idoneo.


Funghi saprofiti

Sono quelli che si nutrono di sostanza organica delle più svariate origini: animali morti, residui legnosi, foglie, escrementi, ecc.
Sono dei formidabili biodegradatori ed il loro contributo è fondamentale per consentire il successivo attacco da parte dei batteri e la restituzione all’ecosistema delle sostanze elementari di cui era composto l’organismo originario. La relativa facilità con cui si riesce a riprodurre il loro substrato di crescita, ha fatto sì che alcuni funghi saprofiti commestibili siano largamente coltivati.


Funghi simbionti o micorrizici

Sono i funghi che instaurano un’intima connessione tra il micelio fungino e la radice della pianta. Attraverso questa unione il fungo riceve dalla pianta sostanze già elaborate, mentre la pianta a sua volta si serve del micelio fungino per estendere il proprio apparato radicale mediante il quale raccoglie acqua e sali minerali. E’ dimostrato che le piante micorizzate hanno un notevole vantaggio in termini d’accrescimento ed una maggiore resistenza ad eventi critici come siccità o attacco di parassiti. Appartengono a questa categoria alcune delle specie più ricercate per il consumo quali i porcini e i tartufi.


Disegno A.M.B. Trento

Riproduzione


Le reali modalità di riproduzione dei macromiceti e dei funghi in genere sono stati a lungo ignorate. Sino a tempi recenti, infatti, furono elaborate le più svariate teorie per giustificare la comparsa di questi misteriosi organismi.
Soltanto nel 1700 il botanico fiorentino Pier Antonio Micheli dimostrò, con grande intuizione e grazie anche all’utilizzo del microscopio ottico, che la riproduzione fungina era affidata alle spore.
Le spore sono cellule che possono essere paragonate ai semi delle piante superiori. Come molti semi possono passare indenni attraverso l’apparato digerente degli animali e resistere a lungo in condizioni non idonee alla germinazione conservando intatte le loro capacità riproduttive.
Hanno dimensioni dell’ordine di pochi millesimi di millimetri e quindi visibili esclusivamente al microscopio. Esse si misurano, infatti, in micron ( 1 micron μm = 1 millesimo di millimetro), con una variabilità non solo di dimensioni ma anche di forma e decorazioni.
Le spore, in condizioni favorevoli (giusta umidità, temperatura e sostanze nutritive) germinano producendo un intreccio di filamenti allungati. Questa germinazione non è, però sufficiente a dare origine ad un nuovo organismo fungino in grado di riprodursi, in quanto da essa si origina un micelio definito primario che può essere di segno + o – ( maschile o femminile) che,  avendo soltanto il 50% del corredo gamico, per essere in grado di riprodursi deve incontrare un altro micelio primario di segno opposto. Il micelio secondario a quel punto sarà composto di cellule aventi il corredo gamico completo dato dalla somma di quelli primari che lo hanno originato. A questo punto l’organismo fungino inizia a vivere e ad accrescersi nel terreno utilizzando le modalità di nutrimento proprie di quella determinata specie.




Disegno A.M.B. Trento

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